"Concerti live al 100% col green pass." - "Se c’è il green pass bisogna riaprire il mondo della cultura, delle arti, dello spettacolo dal vivo in maniera irreversibile al 100%. E senza mascherina”.

Roberto Zengaro, classe 1969, fondatore di MeArecords e di Mea Music Live, da oltre dieci anni baricentro della musica live e degli spettacoli dal vivo in Calabria, capace di aver messo in calendario centinaia di eventi live, va dritto al punto.

Parte dall’esigenza primaria di tornare a lavorare, ma “con una visione diversa rispetto al passato. Non dev’essere soltanto pigiare quanta più gente possibile in uno spazio”.

Sia chiaro, Zengaro - uno degli ultimi promoter e produttore discografico calabrese di peso specifico rilevante a essere rimasto indipendente, che ormai si contano sulle dita di una mano – vuole ancora “portare migliaia di persone ai live, ma il mondo dello spettacolo non è fatto solo dei grandi numeri, che “da un punto di vista finanziario sono una realtà molto importante, ma da un punto di vista della quotidianità sono la minoranza. La maggior parte delle iniziative legate alla cultura sono da 50 a 3-4mila persone – mette in chiaro Zengaro -.

Un mondo fatto di chi vive gli spettacoli come attività quotidiana con cui portare a casa da mangiare per la propria famiglia, chi suona nei piano bar, nelle orchestre da ballo, chi lavora nelle gallerie d’arte, chi fotografa, chi realizza strumenti musicali e poi i tecnici”.

Quella realtà che “è stata bandita e criminalizzata da quando, nel maggio del 2020, nel pieno della pandemia e in concomitanza con il decreto relativo ai voucher, Assomusica ha detto che non si sarebbe potuto organizzare più nulla. Tutto rimandato. E questo ha fatto pensare che il mondo dello spettacolo fosse ricco, in un certo senso ludico, senza alcuna valenza sociale”.

Tanto che ancora oggi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, la cultura è considerata importante solo in quanto business e la parola Musica non è presente. Quando invece bisognerebbe lavorare non solo seguendo una logica speculativa bensì la diversità e la qualità.

Oltretutto, ribadisce Zengaro, “nella sua maggioranza lo spettacolo è fatto da eventi di dimensioni che possono evitare il rischio assembramenti”. Peraltro “il mondo dello stare insieme ha generato svariati protocolli che sono stati apprezzati, ma non adottati. Nei Cts dei due governi che si sono succeduti durante la pandemia non c’è stato mai nessuno che arrivasse dallo spettacolo. E oggi quel mondo è ancora al palo”.

Nel frattempo “hanno chiuso teatri, club, promoter locali e circa il 70% delle maestranze italiane della cultura dal vivo ha cambiato lavoro. E quando potremo ripartire ci ritroveremo a fare i conti con un enorme problema di professionalità”. Anche per questo “le grandi produzioni internazionali dovrebbero limitare gli spostamenti, basta andare in giro per l’Europa con camion che trasportano palchi, luci, audio.

In ogni luogo e nazione ci sono aziende validissime con professionisti altrettanto preparati. In questo modo si tornerebbe a dare fiato alle risorse territoriali. Con una valenza ecologica ed economica”. Zengaro è già pronto per il 2022, con il format, Comfort Music Event, eventi e concerti dal vivo a capienza ridotta, in parchi e aree verdi, dove lo spettatore è a suo agio per vivere un’esperienza. E poi ci sono comunque i grandi concerti.

Entro fine mese dovrebbe arrivare dal Governo il via libera a una riapertura all’80%. In ogni caso, “al di là del fatto che, per decreto, lo stato di emergenza finirà il 31 dicembre, credo si debba iniziare un processo psicologico, sociale e culturale di uscita dall’emergenza.

Pensiamo ai bambini piccoli che dal passeggino hanno visto mamma e papà con la mascherina, alle nuove generazioni così liquide nei cambiamenti di umore, d'interesse, di miti e idoli e da due anni non partecipano a uno spettacolo dal vivo.

Rischiamo danni irreversibili non soltanto economici. Perché lo spettacolo è solo e unicamente dal vivo – mette i puntini Zengaro -. Perché esiste da due milioni di anni, mentre la musica riprodotta ne ha 100/150, quella digitale una ventina e lo streaming è ancora ai primi vagiti. Stiamo crescendo delle generazioni che non sanno cos’è uno spettacolo dal vivo, questo è un disastro.

E non sto parlando solo di economia bensì della mente delle persone, della loro cultura che è l’equilibrio delle persone. Se non si inizia immediatamente un processo di avvio al dopo emergenza rischiamo danni irreversibili”.

 

 

Nicoletta Toselli
Author: Nicoletta Toselli
Biografia:
Nata a Milano, vivo in Calabria da molti anni. Una casalinga prestata all'informazione. Redazione e conduttrice "Radio1one" radio e testata giornalistica, digital marketing, organizzazione e comunicazione eventi. Collaborazioni varie: "Il Casinista" di Astolfo Perrongelli; "Progetto Mercurion" con lo scrittore Giovanni Russo, casa editrice Ferrari; "MimmoAbramoNotizie" del giornalista Mimmo Abramo e il suo libro "Francesco il mio amico terra e cielo". Seguo la startup "Sposiamoci in Calabria" di Agnese Ferraro e il musicista/pianista Mattia Salemme, oltre a varie collaborazioni come giurata a concorsi letterari e di poesia; opinionista in vari programmi radio e tv locali. Mi occupo inoltre di graphic design.


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