“Una ricetta dedicata alla storica testata calabrese…”

 

di Omar Falvo

Originario del piccolo borgo di San Martino, nel comune di Polinago, sulla dorsale tosco-emiliana dell’Appennino, Enea Braglia è uno Chef rinomato in tutta la provincia di Modena e non solo.

La passione di Enea, per la gastronomia, muove i suoi primi “piatti” sin da piccolissimo: grazie proprio ai consigli della sua mamma. Un professionista della cucina poliedrico, nei suoi piatti, infatti, i sapori della montagna, quelli autentici e più intimi, rappresentano il filo conduttore del suo percorso nel mondo dell’arte culinaria. Le sue elaborazioni, dei piccoli dipinti da gustare, tratteggiano i suoi sacrifici, decodificano la sua passione, oltreché il suo amore viscerale per questo lavoro. Riaffiorano ingredienti semplici, nelle creazioni dello Chef Braglia, predisposti con una certosina maestranza. Un vero e proprio “scultore”, non della pietra, bensì di sapori finemente tratteggiati nelle sue padelle, con antichi procedimenti proiettati al futuro. Scrigni che dal passato trasportano i veri sapori di territori straordinari e conservano la vera memoria: quella dell’arte culinaria! 

 Enea Braglia e Christian Ferrari presso Agriturismo Sant'Anna sul lago Prignano (Modena)

 

Enea, è un grande onore per noi, vuole raccontare ai lettori de "La Voce del Savuto" la sua passione per la cucina e per l'elaborazione di piatti sorprendenti?

Certamente! La mia passione per la gastronomia è cominciata molto presto: nasce proprio aiutando mia mamma nei suoi lavori in cucina. Poi la scuola alberghiera, la gavetta, in giro per l’Europa, ed infine la possibilità di trasformare -con l'esperienza acquisita- prodotti ricercati, sfruttando la curiosità di comprendere e carpirne i loro segreti. Segreti che trasudano, da ogni possibile prospettiva, di territori, persone e storia. Ingredienti semplici, insomma, concepiti ed elaborati nelle mie creazioni

La cacciagione è un ingrediente in comune tra i due Appennini (Tosco emiliano e calabrese), vuole dedicare un piatto, una ricetta, proprio alla nostra testata?

Per me è un grande onore! Conosco la Voce del Savuto, seguivo soprattutto la parte online della vostra testata.  Il piatto che vorrei proporre è un “tortellaccio” fatto con sfoglia al 30% di farina di castagne, con una farcia di melanzana, porcini e patata-possibilmente della Sila - accompagnato da un ragù rosso di cervo: il “tortellaccio Voce del Savuto”.

Lei vive in un contesto paesaggistico spettacolare, ritiene che la cucina possa essere un motore turistico?

Il contesto in cui vivo è l'Appennino tosco-emiliano, a circa 810 metri sul livello del mare, contraddistinto da borghi rurali e ampie distese boschive, sicuramente le tradizioni culinarie, che contraddistinguono questo pezzo di mondo, possono essere una forte attrattiva per un turismo eno-gastronomico.

Un suo difetto? E perché no, anche un suo pregio?

Un difetto che mi contraddistingue è la testardaggine, un pregio, invece, il buon cuore e come dice mio figlio: la simpatia!

Ha visitato la bellissima valle del Savuto, un suo ricordo per questi territori straordinari?

La valle del Savuto ha saputo accogliermi con le sue bellezze paesaggistiche e le molteplici realtà, complesse, ma-nello stesso tempo- cariche di orgoglio da parte di chi ci vive. Una vera e propria meraviglia della natura e dell’arte da scoprire e conoscere.  

 

Ricetta per 4 persone del “Tortellaccio Voce del Savuto”

Sfoglia per il tortellaccio: 200 grammi farina doppio zero, 60 grammi farina di castagna, 2/3 uova. Sale quanto basta. Per la farcia: Aglio, prezzemolo, sale, pepe, 100 grammi porcini, 50 grammi patata lessata, 30 grammi melanzana (pelata e cotta in precedenza 15/20 minuti al forno) e grana padano grattugiato.

Per il ragù di cervo: cipolla, carota, sedano, alloro, rosmarino, pepe, sale, vino rosso, 500 grammi polpa di cervo, pulita e tritata a coltello. Salsa di pomodoro. Fare una fontana con le farine, unire le uova e impastare, mentre la pasta riposa. Lessiamo le patate, facciamo andare la melanzana pelata e tagliata a cubetti con un filo d'olio in forno a 180 gradi per 10/15 minuti. Tritare aglio e prezzemolo, fare andare i porcini, le patate e la melanzana aggiungendo un cucchiaio di brodo, sale, pepe. Dopo 4/5 minuti togliere dal fuoco, unire il grana padano grattugiato con un cucchiaino di ricotta: amalgamare il tutto!

Per il ragù di cervo: rosolare gli odori, aggiungere la polpa di cervo, sfumare con il vino rosso. Cuocere per almeno 20 minuti, aggiungere il pomodoro e lasciare- a fuoco molto basso- il ragù a sobbollire per almeno due orette con l'aggiunta delle foglie di alloro. Stendere la pasta molto fine, tagliare a quadrettoni e mettere la farcia al centro. Piegare il tortellaccio. Fatto questo- nel momento di gustarli- andremo a cuocerli in acqua bollente salata, alcuni minuti per poi scolare. Infine congiungiamo il ragù ed il piatto è pronto! 

 Fabrizio Sponza con Enea Braglia presso Forno Arte Bianca Polinago (Modena)   

 Staff Agriturismo Sant'Anna sul lago Prignano (Modena)

 

 

OMAR FALVO
Author: OMAR FALVO
Biografia:
Omar Falvo, giornalista pubblicista. Una laurea in Filosofia e Storia nel cassetto, guida ufficiale del Parco Nazionale della Sila. Pubblicazioni a tiratura nazionale dal mondo delle fiction televise italiane e non. Svariati reportage pubblicati per far conoscere le meraviglie del Bel Paese. Specializzato in pellicole televisive internazionali.


Notizie

Premium Sabatum (2)

Visitatori (2)

729227
OggiOggi209
IeriIeri609
Questa SettimanaQuesta Settimana1956
Questo MeseQuesto Mese9647
TotaliTotali729227
Highest 06-11-2024 : 2259
3.144.17.181
US
UNITED STATES
US

Photo Gallery (2)