Saggio letterario a cura di Franco Vetere
- Parte prima -
La complessità delle storie umane tracciata nella tragedia di Adelchi e Il Conte di Carmagnola, impone al Manzoni di rientrare in un alveo più popolare per innestare nelle vicende esistenziali di gente comune l'imponderabile ruolo della Storia.
Un lessico più comunicativo viene utilizzato dal Poeta Scrittore dopo aver abbandonato la solennità della lirica tragica e dei cori, tipica del dramma e del triste epilogo che sussegue a questo.
La serenità della vita quotidiana lo attrae in un vortice di vicende umane su cui operare una disamina psicologica dei personaggi, travolti da spiacevoli situazioni molte volte più grandi delle loro modeste possibilità.
Il romanzo umano e storico de "I Promessi Sposi" diviene così il compendio e la conclusione del pensiero manzoniano sull'umano destino, permeato dalla positiva potenza di Dio.
Nelle Tragedie la Storia soggiace alla ineluttabilità della sorte che avvinghia i protagonisti in una soffocante morsa da cui non è possibile liberarsi.
Ma, nel romanzo Manzoni ritrova la sua essenza poetica, suffragata da una visione più realistica e più consapevole dell'umana esistenza e della storia.
Originale è il sistema narrativo da Lui operato, quasi una rivoluzione culturale nel rivalutare il genere della romanzistica, tenuto, in quel tempo, in ben poca considerazione poiché non consono alla consolidata tradizione letteraria italiana.
Per lo Scrittore, allora, diventa ineludibile il creare un ponte narrativo che si affranchi dal vecchio schema selettivo di una cultura elitaria, per approdare ad un genere di fruizione popolare, adatto ad un lettorato più ampio.
Da qui scaturisce la sua convinzione che il romanzo possiede un'infinita potenzialità, che diventa strumento necessario per esaltare una "poetica del vero", "dell'utile" e "del coinvolgente".
S'innesta così un contrasto fra Storia e Morale che Manzoni riesce a conciliare grazie alla sua anima profondamente romantica.
L'esperimento manzoniano, carico di innovazione si riversa nel creare storie e personaggi immaginari che si materializzano in Renzo, Lucia, don Abbondio e altri, che rappresentano vicende simili al vero e che diventano storie reali.
Per ottenere la massima veridicità Egli ricostruisce i profili storici di avvenimenti e di personaggi, arricchiti dalla sua arte che attinge dal periodo storico della dominazione spagnola nell'alto settentrione d'Italia.
Balzano viepiù in evidenza la guerra, i tumulti milanesi, la devastante peste, il Cardinal Federigo, padre Cristofaro, la Monaca di Monza, don Rodrigo, l'Innominato ecc., vicende e figure emblematiche tratte dalle pagine di un ritrovato e misterioso manoscritto.
Il mondo degli umili e degli oppressi trova importante collocazione nei due personaggi, che attraverso la loro controversa storia, risaltano per innata umiltà, anche se il destino sembra voler privilegiare la protervia di coloro a cui tutto è concesso per diritto di casta.
Renzo e Lucia, promessi sposi in un contesto di sottomissione del popolo ai potenti, sono coinvolti in un coacervo di azioni verso cui cercano di porre argine solo con la loro adamantina onestà morale.
Manzoni fa di questa storia un simbolo di alta moralità, in cui riversa la sua ritrovata fede per esaltare il valore dell'uguaglianza che di diritto appartiene anche agli umili in forza della loro appartenenza alla dottrina ed alla civiltà cristiana.
Ma, mercé questa sua naturale predisposizione umana si acuisce in Lui il desiderio di riaffermare la sua concezione romantica della storia perché nella storia convergono anche i fatti di ordinaria quotidianità.