di Gianfranco Bonofiglio
La Calabria versava da tempo in una situazione economica difficile e frastagliata ma è indubbio che la crisi dovuta alla Pandemia abbia inciso ancor più nelle economie già endemicamente fragili. Ed è esattamente il caso della terra di Calabria. Una Regione con 1.890.000 residenti (al 31.12.2019) ma con non più di 1.750.000 residenti "reali", considerando coloro i quali per studio lavoro vivono altrove conservando la residenza in Calabria e che conteggia ben 707.000 erogazioni da pensione, il 40% dell'intera popolazione. Già solo questo dato rende bene l'idea della fragilità economica di un territorio che non ha mai avuto un tessuto produttivo ed economico degno di questo nome.
E al pesante dato delle pensioni si aggiunge un ulteriore dato da non sottovalutare che è quello relativo al Reddito di Cittadinanza, che nato per accompagnare al lavoro, si è trasformato, nei fatti, in un vero e proprio strumento di sola assistenza. "In Calabria al 31 dicembre 2020 - si legge nell'ultima elaborazione del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria - i nuclei familiari percettori in totale sono 80.886, di cui 74.035 (91,5%) per il reddito di cittadinanza, e 6.581 (8,5%) per la pensione di cittadinanza, i beneficiari totali sono 187.622 persone, di cui 179.593 per il reddito di cittadinanza e 8.029 per la pensione di cittadinanza". Aggiungendo i circa 105.000 impiegati pubblici si chiude il cerchio. Mentre nel mondo dell'occupazione calabrese si registrano oltre 21.000 posti di lavoro persi nel 2020.
Ed in tale contesto continua inesorabile la partenza di tanti calabresi verso altre regioni per poter andare a lavorare. Ben 15.988 coloro i quali nel 2020 hanno lasciato la Calabria per altri lidi e fra questi ben 4.636 provvisti di titolo universitario, il 29% del totale. Un continuo impoverimento di una terra che costringe le migliori risorse ad andar via. Con il duplice risultato negativo di far decrescere la popolazione, far aumentare la percentuale degli anziani e far decrescere la natalità, oramai giunta ai minimi storici. Di questo passo fra qualche decennio in Calabria rimarranno solo pensionati.
Una situazione economico - sociale gravissima che continua a non destare alcuna attenzione sul piano nazionale e che non registra alcun interesse anche da parte della classe politica locale impegnata nel mantenimento del proprio potere, autoreferenziale e lontanissima dai problemi reali di chi vive giorno dopo giorno con sempre maggiori difficoltà.