di Giuseppe Pizzuti

Il 27 Gennaio si celebra la Giornata della Memoria. È una ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell'Olocausto, il genocidio degli Ebrei nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale.

La Giornata è stata istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e si celebra il 27 Gennaio perché è questo il giorno in cui, nel 1945, le truppe dell'Armata Rossa (le forze armate russe) entrarono per la prima volta nel campo di concentramento di Auschwitz attuale Polonia). Un modo per non dimenticare mai la Shoah e tutte le altre persecuzioni nei confronti dei popoli di tutto il mondo.

Un libro dello storico locale, prof. Leonardo Falbo, dal titolo "Non solo Ferramonti. Ebrei internati in provincia di Cosenza (1940-1943)", riguarda uomini, donne, bambini ebrei internati nella nostra provincia, del rapporto con le popolazioni locali e, in alcuni casi, del drammatico epilogo ad Auschwitz. Tra le storie anche quella di Manu e della sua famiglia. 

Manu (Emanuel Obarzanek), viveva con la sua famiglia a Monaco, la capitale della Baviera (Germania). Nel 1939, quando aveva solo 11 anni, a causa delle persecuzioni antisemite dei nazisti, Manu e la sua famiglia furono costretti ad abbandonare la loro città e a trasferirsi a Milano, nella speranza di trovare migliori condizioni di vita. L'anno seguente (1940), fu "internato libero" (modalità di detenzione alternativa alla deportazione nei campi di concentramento) insieme alla madre Adele e alla sorella Thea a Rogliano. Il padre, invece, rimase nel campo di concentramento di Ferramonti, nel comune di Tarsia. Manu, la sorella e la madre, in un primo tempo, alloggiarono a Rogliano presso l'Albergo Milanese, nel centro storico del paese. In seguito, presero in affitto insieme ad un'altra famiglia ebrea alcune stanze della casa di Giovanni Colacino. Durante la loro permanenza a Rogliano, la famiglia fu ben accolta dalla popolazione e il periodo trascorso nella cittadina fu piacevole e tranquillo, nonostante la loro difficile situazione. Nel 1941 la famiglia fu trasferita a Villanova d'Asti e, nel 1943, per sfuggire alla deportazione si rifugiò a Zimone (provincia di Biella in Piemonte). Qui, però, furono scoperti e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Manu si ammalo di cancrena e venne ucciso. Solo la sorella Thea riuscì a ritornare a casa.

Questo doloroso ricordo deve aiutarci nella costruzione di un mondo migliore, fondato sul dialogo, sul rispetto reciproco e sull'uguaglianza.

 

Giuseppe Pizzuti
Author: Giuseppe Pizzuti
Biografia:
Giuseppe Pizzuti insegna Letteratura italiana e Letteratura latina presso i Licei ed è anche un appassionato di letteratura e sport. Non è un giornalista professionista, ma ha sempre collaborato con diversi giornali, come il "Guerin Sportivo', "La Voce degli Italiani" (Gran Bretagna), "Corriere del Nord" (Gran Bretagna), "Il Lavoro" (Belgio), "Dita Jote" (Santa Sofia d'Epiro).


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