La principale festa di Belsito è dedicata al Santo Patrono, San Giovanni Battista, che, per tradizione, viene festeggiato tre volte l'anno.
La prima, nell'ultima domenica di agosto (come ricorrenza del suo martirio), viene detta di San Giovanni "abbuttu" (sazio) perché era una delle poche occasioni in cui i Belsitesi potevano mangiare la carne. La tradizione che anche oggi viene rispettata, vuole che un vitello venga ucciso in piazza e poi mangiato tutti insieme. In occasione di questa prima festa si recita la novena, cioè nove giorni di preghiera, a cui fa seguito la Santa Messa nella Chiesa di San Giovanni Battista (Matrice). Dopo, la statua del Santo, accompagnata dalla banda musicale, viene portata in processione per le strade del paese. Il venerdì e il sabato precedenti si organizzano giochi popolari come la corsa con i sacchi, il palo della cuccagna, la rottura della "pignatta". 

In concomitanza dei festeggiamenti, si organizza anche la sagra delle polpette di melanzane ("purpetta di milunjiana"). Un tempo la tradizione voleva che venissero cucinate solo quelle che pesavano 33 "onze" (once), cioè circa 1 chilo, a ricordare le notevoli misure che potevano raggiungere questi tipici ortaggi belsitesi di colore violaceo.
Il secondo festeggiamento è chiamato di San Giovanni "dijunu" (digiuno) e si svolge il 24 giugno, giorno della natività del Santo. Il nome deriva dal fatto che,in passato, ancora il raccolto non era pronto e le dispense erano poco piene. A questa festa si affianca anche la tradizionale "Fiera della Surda" (di bestiame e di prodotti tipici).
San Giovanni Battista, infine, viene festeggiato il 12 febbraio, come ricorrenza di un catastrofico terremoto, che colpì il paese, dal quale i Belsitesi dicono che si salvarono per intercessione del Santo.
Quest'anno, però, i festeggiamenti avranno delle restrizioni a causa delle misure sull'emergenza corona virus.
San Giovanni Battista è l'unico Santo, oltre alla Madre di Gesù, di cui la Chiesa ricorda sia il giorno della morte, sia quello della nascita.  

Della vita del Battista (che non è il Giovanni evangelista: è bene ricordarlo subito) non sappiamo molto. Le notizie che abbiamo giungono principalmente dai Vangeli. Egli nasce presumibilmente tra l'anno 6 e l'anno 7 a.C. in una piccola località della Giudea, poco distante da Gerusalemme. La madre Elisabetta e il padre Zaccaria, sacerdote del Tempio, sono avanti negli anni e non hanno potuto avere figli per la sterilità della donna. Il Signore,però, ha un progetto speciale su di loro ed è l'arcangelo Gabriele ad annunciarlo un giorno a Zaccaria,mentre è nel tempio: lui e sua moglie avranno un figlio e lo chiameranno Giovanni. L'uomo,per l'incredulità, rimane muto. 

Dopo quella visione, Elisabetta concepisce un bambino e, quando è al sesto mese di gravidanza, riceve la visita di Maria (forse cugina), che ha saputo del lieto evento dall'Angelo: le è apparso e le ha annunciato che anche lei concepirà un figlio, pur non essendo ancora sposata, perché nulla è impossibile a Dio. Quel figlio sarà Gesù, di cui il Battista è considerato il "Precursore", perché annuncia la sua venuta.
Egli visse nel deserto fin verso i trent'anni, poi cominciò a predicare e a preparare i cuori perché il Messia era vicino. Convertiva i peccatori e li battezzava in segno di penitenza (Battista, infatti, significa "battezzatore", "colui che battezza"). Un giorno andò anche Gesù a farsi battezzare da lui, nelle acque del fiume Giordano.
Sicuramente non è amato dal re d'Israele, Erode Antipa, che aveva ripudiato la moglie per sposare Erodìade, sua nipote e moglie divorziata del suo fratellastro Erode Filippo. Giovanni, attento alla legge, critica questo matrimonio adulterino e consanguineo. La critica non è tollerata da Erode che lo fa arrestare.
Erodìade lo odia e vuole farlo uccidere, ma il re non ha alcuna intenzione, perché temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigila su di lui. Non sappiamo per quanto tempo Giovanni sia rimasto in carcere: settimane, mesi... Un giorno, per festeggiare il suo compleanno, il re Erode organizza un banchetto con i più alti funzionari di corte. "Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: "Chiedimi quello che vuoi e te lo darò". Istigata dalla madre Erodìade (è l'occasione che aspetta da tempo), la ragazza chiede la testa di Giovanni Battista su un vassoio. E il re, avendo giurato davanti ai suoi ospiti, non può rimangiarsi la parola data. E subito manda una guardia, che decapita Giovanni in prigione, porta la sua testa su un vassoio, la dà alla fanciulla e la fanciulla la dà a sua madre. Presumibilmente ciò avviene nell'anno 29.
Il corpo di Giovanni viene preso da alcuni discepoli sconvolti e sepolto in un luogo imprecisato.
Giuseppe Pizzuti, docente 

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 Nelle foto:
Processione in onore del santo (1962);
Chiesa dedicata a San Giovanni;
Fiera della Surda



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