La festa della Santissima Trinità, celebrata nella domenica dopo Pentecoste, glorifica la realtà trinitaria di Dio: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Ognuno di noi sa quanta importanza abbia la Trinità per la nostra fede. Eppure questa ricorrenza è relativamente moderna. Cominciò a diffondersi in Europa a partire dal X secolo: non aveva un carattere così solenne, essendo tutta la celebrazione liturgica un inno alla Trinità.
All'inizio, dunque, è stato un "fatto privato" di singoli religiosi o ordini monastici, specialmente in Francia e in Germania. Nel 1331 papa Giovanni XXII lo estese a tutta la Chiesa, prescrivendola come universale, cioè che deve essere celebrata da tutti. Più che una festa va considerata una riflessione sul mistero della salvezza, realizzata dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.
La "definizione" della Trinità è oggetto di dogma (in sintesi: La Trinità è una: le persone sono distinte ma relative fra loro) e già questo spiega la sua importanza. Alcuni papi e teologi ritenevano superfluo dedicarle una festa, perché liturgia, sacramenti, culto dei santi e catechesi hanno già come scopo l'adorazione a Dio uno e trino, e sono già sotto la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a partire dai gesti più semplici come il segno della Croce.
Come viene raffigurata la Santissima Trinità? La tradizione rappresenta la figura del Padre come un anziano, Gesù Cristo un giovane con la Croce e lo Spirito Santo sotto forma di colomba.
Il mistero della Trinità si può definire in questo modo: Dio è una sola natura in tre persone uguali e distinte, come recitiamo nel "Credo". Se Dio è assoluto,non possono esistere più assoluti. Quale è il Padre, tali sono il Figlio e lo Spirito Santo. Tutte e tre le persone sono onnipotenti e "increate", cioè esistenti dall'eternità.
In quanto mistero, quello trinitario rientra negli atti di fede richiesti al cristiano. Ma un mistero non è "contro la ragione": è solo che la ragione non basta a comprenderlo. "La Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall'alto di una cattedra, ma camminando con l'umanità, nella storia del popolo d'Israele e soprattutto in Gesù di Nazaret. E' proprio Gesù che ci ha salvato. Gesù è il Figlio che ci ha fatto conoscere il Padre misericordioso e ha portato sulla terra il suo fuoco, lo Spirito Santo, che dentro noi ci guida, ci dà delle buone idee, delle ispirazioni" (Dall' "Angelu"s di papa Francesco del 26 maggio 2013).
Giuseppe Pizzuti, docente



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