di Giuseppe Pizzuti
La Pasqua è il momento culminante della Settimana Santa (che ripercorre la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù) e dell'anno liturgico, dimostrazione massima della divinità di Gesù e festività principale del Cristianesimo. Il Figlio di Dio, morendo, libera gli uomini dal peccato originale e, risorgendo, mostra il destino di tutti: la resurrezione nel giorno finale. In origine rievocava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto grazie a Mosè con il miracoloso attraversamento del Mar Rosso.
Il nome è ebraico ("pesach") e vuol dire "passare oltre". Ricorda il passaggio dell'angelo che segnò col sangue d'agnello le case d'Israele perché i figli primogeniti fossero salvati, mentre Dio colpì i figli degli Egiziani, che tenevano in schiavitù gli Ebrei.
È una festa "mobile" (ciò avviene dal IV secolo) e cade la domenica dopo il primo plenilunio dell'equinozio di primavera. E, a stabilire ciò, fu il Concilio di Trento, che si svolse nel 325. Si dice Pasqua "bassa" quando cade tra 22 marzo e 2 aprile, "media" tra 3 e 13 aprile, "alta" tra 14 e 25 aprile.
La Pasqua di resurrezione cristiana è l'evento centrale della narrazione dei Vangeli e degli altri testi del Nuovo Testamento: il terzo giorno dopo la sua morte in croce Gesù risorge lasciando il sepolcro vuoto e apparendo inizialmente ad alcune discepole, per poi presentarsi anche agli Apostoli e ad altri discepoli. Tutti gli Evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) raccontano l'episodio del sepolcro vuoto. I Vangeli proseguono raccontando gli incontri dei discepoli con Gesù risorto nei quaranta giorni successivi alla Resurrezione per poi culminare con l'Ascensione al cielo in attesa della Seconda venuta.
La parola "Triduo" pasquale viene dal latino "tres dies": tre giorni. In realtà ne copre quattro: dalla celebrazione vespertina del Giovedì Santo (fine della Quaresima) a quella della domenica.
All'epoca di Gesù il giorno non partiva dalla mezzanotte, ma dalla sera prima. Sono comunque 72 ore.
QUALCHE CURIOSITÀ DELLA FESTIVITÀ
Da dove nasce la tradizione dell'uovo di Pasqua? L'uovo ha avuto sempre valori simbolici legati alla fertilità. La forma simile a una pietra ricorda il sepolcro di Cristo e la vita che ne fuoriesce e viene accostata alla Resurrezione. Uova vere venivano dipinte (specie di rosso,in ricordo della Passione), uova di metalli preziosi erano oggetto di regali tra i ricchi. L'uovo di cioccolato è una "invenzione" dei primi dell'Ottocento, quando si iniziò a fabbricare anche cioccolata solida (prima era solo liquida),nelle forme più varie. In origine le uova di cioccolato erano piene, come un sasso.
Karl Fabergé (1846-1920), famoso orafo russo, inventò la tradizione della sorpreso nell'uovo di Pasqua. Su commissione dello zar, nel 1883 confezionò per la zarina Maria un grande uovo di platino smaltato, che conteneva un altro uovo in oro, contenente a sua volta, a sorpresa, una corona imperiale e un pulcino dorato.
Perché nel menù pasquale ci sono agnello e colomba?
Fin dalle antiche scritture e poi dal Vangelo, l'agnello è il simbolo di Cristo. La tradizione della colomba risale ad alcune aziende lombarde che, meno di 100 anni fa, crearono un dolce su misura per la festa, scegliendo un altro simbolo cristiano.
Infine, i nomi personali, che hanno origine dalla festività, sono medievali: da un lato Pasqua, con i diminutivi Pasquina e Pasquino, dall'altro Pasquale col femminile Pasqualina.
Nelle foto, alcuni momenti della "Passione e Resurrezione di Cristo" a Rogliano