L'Ascensione di Gesù al cielo, festività molto antica insieme alla Pasqua e alla Pentecoste, è una delle solennità più importanti. La festa è testimoniata ai primi del IV secolo ed è descritta da Sant'Agostino (354-430) come già diffusa al suo tempo. È celebrata quaranta giorni dopo la Pasqua (quest'anno il 21 Maggio).
In latino "Ascensio" significa "salita": secondo il racconto del Vangelo, Gesù salì al cielo con il suo corpo, alla presenza dei suoi Apostoli, per unirsi nuovamente al Padre e non tornare più sulla terra fino alla sua seconda venuta. E infatti, quaranta giorni dopo la sua Resurrezione, Gesù condusse gli Apostoli sul monte degli ulivi e disse loro di non allontanarsi da Gerusalemme, finché non avessero ricevuto lo Spirito Santo. Poi alzò le mani e li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da terra e si sollevò verso il cielo. Gli Apostoli lo seguirono a lungo con lo sguardo, finché una nube lo nascose e non lo videro più. Rimasero con gli occhi fissi in alto, fino a quando comparvero due Angeli, che dissero loro: "Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo? Quel Gesù che avete visto salire, ritornerà sulla terra così come l'avete visto salire". Detto ciò gli Angeli scomparvero. Gli Apostoli, rimasti soli, scesero dal monte e si ritirarono nel cenacolo a pregare in attesa dello Spirito Santo, come aveva detto loro Gesù. Gesù non era più visibilmente in mezzo a loro, ma essi conservavano vivo nell'animo il ricordo di quello che avevano udito da Lui e pensavano alle cose meravigliose che avevano visto fare da Gesù.