di Gino Pascuzzo

Come vanno le cose in questa importante area della regione, dopo l’emergenza, ancora tutta da decifrare, da Covid19 non è dato sapere.
Ovunque ci si attiva per portare a casa quanto di meglio potrà essere utile a superare le ferite inflitte dalla pandemia e dalle misure conseguenti, ma il Savuto sembra vivere nel mondo dei sogni.
Basta fare un giro fra i più importanti centri del territorio per rendersi conto che, di fatto, il lockdown persiste anche se non imposto totalmente.
Attività commerciali che aprono a singhiozzo, servizi pubblici carenti e molto limitati, manutenzioni stradali inesistenti, giusto per citare quanto è sotto gli occhi di ogni comune osservatore, fanno da corollario a quel silenzio assordante che proviene dalle stanze del comando.
Si ha quasi l’impressione che i cittadini di quest’area siano assuefatti alla rassegnazione di una convivenza non reattiva con il virus e dunque una sconfortante attesa che altri possano risolvere il problema. 


Intanto quei servizi essenziali, e spesso vitali, per ogni cittadino del Savuto come i servizi sanitari, stentano a riprendere il loro ritmo per cui può capitare che un’emergenza a Bocca di Piazza possa trasformarsi in tragedia se il punto di riferimento è l’Ospedale di Cosenza mentre a Rogliano esiste una struttura che opera al 10% della sua potenzialità, senza per questo dover impiegare chissà quali risorse aggiuntive per renderlo fruibile dei servizi essenziali. Almeno quelli diamine!
Di tutto questo dovrebbero però essere più consapevoli coloro i quali sono stati delegati ad occuparsene, attraverso forme di sollecitazione e di programmazione degli aiuti di stato, che pure sono stati attivati anche a beneficio del territorio del Savuto.
Non si riesce nemmeno a programmare l’utilizzo dei percettori di reddito di cittadinanza per i lavori di pubblica utilità anche in presenza di precise normative di legge che aiuterebbero, non poco, piccoli e grandi comuni.


E invece si assiste addirittura alla falcidiazione di quello che resta delle precedenti opere rimaste incompiute o programmate e mai iniziate come la Strada del Medio Savuto, l’elettrificazione della tratta ferroviaria Rogliano-Cosenza già finanziata con progetto PISL e mai andata in porto, se non per il rifacimento dei marciapiedi delle stazioni di Rogliano e Piano Lago. Per non parlare del triste epilogo della metropolitana leggera Savuto - Presila - Unical, su cui si sono spesi quintali di inchiostro e consumate tante campagne elettorali, aggiungo impropriamente. Il ripristino della tratta Rogliano-Soveria Mannelli potrebbe rappresentare il recupero a una situazione di normalità dei tanti comuni del Savuto da tempo esclusi e per questo soggetti a uno spopolamento senza precedenti. Ma delle tante promesse è rimasto solo un labile ricordo dei fantomatici 300 mln di euro da investire.
Se il futuro dell’economia di questo territorio ruota attorno al turismo, come possiamo pensare di poterlo incentivare con la viabilità che ci ritroviamo? Parlare di turismo di mare, di montagna e anche culturale, per i quali le terre del Savuto diventano strategiche zone di transito, diventa quantomeno illusorio.
Ecco, di tutto questo dovrebbero occuparsi gli amministratori locali e i rappresentanti delle istituzioni ai diversi livelli che da queste aree hanno attinto voti per poter occupare i posti che occupano.
Ma nel Savuto tutto tace!  

Nelle foto, la strada Medio Savuto

 



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