Riceviamo e pubblichiamo
In questo video, inviatoci dalla professoressa Raffaela Albo, c’è la storia di Eugenio Miceli, suo figlio, scomparso prematuramente il 7 agosto 2010. Il video vuole essere un dono per Eugenio, che, se fosse ancora vivo, oggi festeggerebbe 42 anni. È un filmato molto bello, commovente fino alle lacrime, che racchiude i momenti più significativi della vita di questo giovane, terminata troppo presto. Ma è anche un messaggio di speranza, per tanti giovani che, com'è successo a lui, si sentono soli e “persi”, e un invito a dare alla vita il giusto valore.
Grazie, professoressa Albo, per aver voluto condividere con noi questi preziosi fotogrammi, ne faremo tesoro.
La Redazione de La Voce del Savuto esprime piena vicinanza e solidarietà alla famiglia Miceli-Albo, che in questi giorni rivive l’intenso dolore del drammatico distacco da Eugenio. Siamo certi che lui, in cielo, sarà felice di ricevere questo regalo pieno d'amore.
Di seguito, la lettera che accompagna il video, scritta dalla madre.
Questo excursus fotografico sulla tua vita, figlio mio, è il nostro piccolo dono per il tuo doppio compleanno: quello terreno del 6 agosto 1978, e quello celeste del 7 agosto 2010. Espressione viva del nostro amore, perché coloro che ti pensano in questi giorni possano conoscerti meglio, attraverso le varie fasi della tua breve esistenza. Possano cogliere i momenti della tua spensieratezza, percepire le tue inclinazioni, i passatempi, l’amore per la natura; captare il tuo animo sensibile, la tua indole buona. Possano penetrare nella tua bella interiorità; seguire le varie fasi della tua formazione spirituale, le varie tappe di una vita normale, quella di un ragazzo semplice, comune, impegnato nello studio; di un giovane con tanti sogni, interessi, tante aspettative, tante speranze… Perché possano seguirne il cammino segnato dalla volontà di quel Dio che tu hai ritrovato nei momenti più bui della tua vita, nei giorni in cui Lui solo avrebbe potuto aiutarti e rincuorarti!
Ogni foto apre uno scenario di ricordi che immortalano momenti e occasioni indimenticabili, come la nascita di Sofia, Antonio, Alessandra, le cose tue più care; il trasferimento nella nuova casa costruita in aperta campagna, questo meraviglioso angolo di terra, a cui eri molto legato, forse per quel senso di libertà, di movimento e di azione che sentivi fortemente e che rispondeva pienamente al tuo carattere aperto, affabile e ospitale. Spesso ti soffermavi ad ammirare il paesaggio notturno che si estendeva davanti a te e la panchina, su cui sedevi a riflettere…, è ancora lì a testimoniare questa tua bella, amara abitudine.
Colorata di bei ricordi la vita della famiglia e nella famiglia. Emergono momenti felici con le persone a cui tenevi molto: il nonno Eugenio, la zia Nora, lo zio Franco, i tuoi insegnanti, i compagni di scuola e i tanti amici, di ogni età ed estrazione sociale. Momenti felici, carichi di entusiasmo e diretti verso il futuro, come la festa dei “18 anni”, dei “Cento giorni”, la festa di San Giovanni che ci vedeva riuniti ogni anno a Maione, il 24 giugno a casa dello zio Franco che non solo ci invitava e offriva il pranzo, ma faceva il regalo a tutti, grandi e piccoli. E le feste tradizionali, come la Madonna di Maggio, Sant'Antonio, quella del Carmelo a Marano! Ed ancora, l’uccisione del maiale, la passione per l’apicoltura, per i lavori della campagna in generale, i puntuali falò alla vigilia di Natale e Capodanno e tutte le altre feste! Non ne passava inosservata nessuna! E non solo: avevi imparato a suonare il sax e frequentavi la palestra, esercitandoti nell'attività sportiva di Taeckwondo e conquistando le diverse cinture. Ma anche questo finì presto! Altri miraggi si intravedevano all'orizzonte, altre distrazioni, altra strada, purtroppo sbagliata, un cammino difficile, arduo, insidioso, certamente non adatto a te e non rispettoso dei sacrifici fatti dalla famiglia.
Non mancò nella tua vita anche l’esperienza politica come consigliere comunale e come consigliere della Comunità Montana del Savuto, dopo la delusione delle elezioni all'Università, in cui tu avevi, invece, tanto creduto. Significati prettamente personali avevano per te le varie iniziative che, d’estate, allietano in genere la vita monotona dei paesi. Per te erano momenti culturali per la vita della comunità, di svago e di incontro anche con i comuni limitrofi, nonché momenti di forte aggregazione sociale. Anche nella festa della birra, voluta da te per ben due volte, figlio mio, hai dimostrato grande apertura verso gli altri, grande generosità, grande spirito di adattamento e molta vicinanza, soprattutto verso quelli che mostravano disagio o qualche difficoltà. Il risultato? Alla fine tutti si erano divertiti, ma per te nessun merito, soltanto maggiori spese. I conti non tornavano mai!
Fuggitiva la tua partecipazione alla laurea di Sofia (luglio 2004) e alla presentazione del libro di poesie di Antonio (settembre 2007). Evidenti i sintomi del tuo disagio, precisi segnali di quel malessere interiore che si ingigantì col passare del tempo, sfociando lentamente, in un dramma, in una macerazione dell’anima umanamente senza soluzione. Evidente il rammarico e la consapevolezza di non aver saputo sfruttare al massimo e positivamente l’intelligenza di cui eri dotato, di non aver saputo rispondere a quanto ci saremmo aspettati, da te, in quanto primogenito. Segnali che venivano raccolti in silenzio da ognuno della famiglia, ma non sempre era possibile affrontare le varie situazioni per evitare reazioni e sensi di colpa che ti avrebbero potuto buttare di più nella “maledetta bevanda”, anche perché non avremmo potuto “cambiare” il tuo pensiero.
Nel 2004 inizia la perdita di alcune delle persone care, per te molto importanti e significative, vicine al tuo cuore. Per primo il nonno di cui porti il nome e, l’anno dopo, lo zio Franco. Nel 2007 se ne va anche la prozia Nora!
Nel 2008 si apre uno spiraglio: incominci a curarti. Un viaggio difficoltoso, estremamente delicato che noi seguiamo nella massima riservatezza e che avrebbe dovuto segnare una svolta decisiva nella tua vita. E riprendi anche gli studi! A questo sottile filo di speranza è legata la riuscita dell’impresa veramente ardua perché richiede tanta costanza e tanta buona volontà. Nel mese di luglio 2009 si registra un’assoluta astinenza dall'alcol. Tutto sembra andare per il meglio ed i risultati si coglievano nel fisico e nel tenore di vita che appariva un po’ più ordinato. Nel tuo viso si leggevano chiari i segni di un’intima soddisfazione, ma erano così fragili e deboli!
Agosto 2009/2010. Ogni sacrificio, ogni ulteriore tentativo di aiuto e di intervento da parte dei tuoi veri amici: il dottore, la dottoressa, l’ingegnere, il professore, la ragazza, rimangono inefficaci e senza risposta. Una nota positiva, la visita alla Madonna della Quercia, l’ultima domenica di agosto, a Conflenti. Sicuramente hai recitato un’Ave Maria con lo sguardo rivolto a lei e nel silenzio della tua coscienza, chiedendole solo forse un po’ di coraggio e di forza e promettendole di ritornarci “l’anno prossimo in pellegrinaggio e a piedi.”
Ma, ai festeggiamenti del tuo trentunesimo compleanno, il tuo ritrovato equilibrio subiva un ennesimo scossone, la tua fragile volontà andava sempre più cedendo alle tante malevole insinuazioni, alle battute facili e superficiali che ti giungevano a raffica dall'esterno, veri e propri bombardamenti a livello psicologico che ti appesantiscono, disorientano e ti allontanano dalla strada per la quale ti eri faticosamente incamminato. E ti ritrovi, ancora una volta, completamente solo, figlio mio! Ti affidi allora a qualche medico (superficiale, è dir poco) che ti dà consigli e medicinali non adeguati. Ed eccoti di nuovo sull'orlo dell’abisso, nel quale vertiginosamente precipiti in una totale solitudine, proprio al compimento del tuo trentaduesimo compleanno!
Nel marzo 2011, nel corso di una commovente cerimonia, l’intitolazione della sede del Consiglio degli studenti dell'Unical, come fondatore dell’associazione Matrix. Tra le motivazioni: “Eugenio amava la vita e la politica, ed avrebbe fatto qualunque cosa per aiutare un amico in difficoltà”. E come dimenticare, l’intitolazione del Parco giochi di Grimaldi, da parte dell’amministrazione Notarianne.
Grazie, figlio mio per tutto quello che ci hai lasciato: una straordinaria, immensa eredità di affetti ed azioni indescrivibile! Ma grazie, soprattutto, perché, nella notte più oscura della tua vita, sei riuscito ad intravedere quella lucina e a sentire quella voce che ti ha fatto svoltare, anche se tardi per gli uomini, ma in tempo per Dio!
Dal profondo del cuore dei tuoi cari, un forte abbraccio.