Nell'ambito delle attività di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento, ex Alternanza Scuola-Lavoro), l'Istituto di Istruzione Superiore "Marconi-Guarasci" sta partecipando al Progetto del quotidiano nazionale "Repubblica@Scuola" con un'ottima performance.

Questo Progetto del quotidiano "la Repubblica" offre agli studenti partecipanti la possibilità di conoscere il funzionamento della redazione di un gruppo editoriale e sperimentare l'esperienza professionale di un giornalista.

Gli studenti sono guidati alla conoscenza più ampia possibile dell'organizzazione del giornale cartaceo e online e delle diverse professionalità coinvolte, con particolare attenzione alle figure emergenti e con maggiori opportunità occupazionali in futuro. Viene data agli studenti, inoltre, la possibilità di sperimentare le diverse forme di giornalismo legate ai nuovi media. Il tutto attraverso tutorial video, materiali di approfondimento e videoconferenze. 

 

 

Nell'ambito del Progetto è anche prevista la pubblicazione dei migliori elaborati degli studenti.

Le classi partecipanti sono le Quarte Sezioni A e B del Liceo Scientifico di Rogliano. Il tutor interno della Scuola è la prof.ssa Cinzia Colacino.

Attualmente, nella classifica generale del mese di febbraio, l'I:I.S. "Marconi-Guarasci" occupa il primo posto tra le Scuole Superiori con un punteggio di 4662.5, seguito dall'I.I.S. "Volta-De Gemmis" di Bitonto (Bari) con punti 3612.5 e dall'I.I.S. "Parmenide" di Salerno con punti 2533.
Nella classifica generale degli studenti che scrivono di più, tra i primi 50 di 2647 studenti, sono presenti 10 alunni del nostro Istituto. 

 Un dato oggettivo che evidenzia la "bontà" della nostra offerta formativa in un contesto periferico, senza aver nulla da invidiare alle altre scuole calabresi e non, perché i nostri risultati lo testimoniano.

Giuseppe Pizzuti, docente 

 

 

 

 

Mercoledì 17 febbraio sarà il Mercoledì delle Ceneri, giorno d'inizio del Tempo di Quaresima che ci porterà alla Pasqua, la quale, quest'anno, sarà festeggiata domenica 4 aprile. Per i fedeli inizia un periodo dell'anno ricco di significato, "caratteristiche" liturgiche e simboli, dei quali il "primo" è, appunto, quello della cenere, cui è dedicato il rito di mercoledì 17 febbraio.


Nel primo giorno di Quaresima, il sacerdote "impone" le ceneri sul capo o sulla fronte dei fedeli: simboleggiano la polvere che diventeremo e, dunque, sono un invito alla conversione. Un tempo si usava la formula "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai", ispirata alla parola di Dio nel cacciare Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden; l'espressione"cospargersi il capo di cenere" significa chiedere perdono, che è la strada per prepararsi alla Pasqua. Oggi prevale l'esortazione "Convertiti e credi al Vangelo". Le ceneri si ottengono bruciando i rami di olivo o palma benedetti l'anno prima.

Quaresima è una parola che deriva dal latino "quadragesima dies" e significa "quarantesimo giorno" prima della Pasqua. Il numero 40 è simbolico ed è legato alla penitenza: 40 sono i giorni del digiuno di Gesù nel deserto (che vince le tentazioni di Satana), 40 quelli del Diluvio, 40 quelli di Mosè sul Sinai e poi ci sono i 40 anni del popolo d'Israele nel deserto.
In realtà la Quaresima è durata 40 giorni solo nei primi secoli della Chiesa. Poiché nelle domeniche non era prevista la penitenza, papa Gregorio Magno ovvero il Grande (540 circa-604) la allungò di quattro giorni per "far tornare il conto".La fece partire,dunque, dal mercoledì precedente la prima domenica di Quaresima (il Mercoledì delle Ceneri, appunto). Considerato, però, che tra Quaresima e Pasqua c'era anche il periodo del Triduo Pasquale (che inizia dal Giovedì Santo, include il Venerdì Santo e Sabato Santo, e termina a Pasqua), i giorni diventavano 46. La durata attuale di 44 giorni, dunque, si è ottenuta stabilendola fine della Quaresima con la messa vespertina in Coena Domini (Cena del Signore) del Giovedì Santo.
I fedeli sono chiamati a un periodo di penitenza, che consiste nel digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, nell'astinenza dalle carni al venerdì, nella preghiera più assidua e, oggi in particolare, nella carità. Lo ha sottolineato anche papa Francesco qualche tempo fa, citando Gesù: "Misericordia io voglio, non sacrifici".

Giuseppe Pizzuti, docente

 

 

 

 

 

 

di Giuseppe Pizzuti*

Ad Aiello Calabro, il 5 febbraio, viene celebrata la Festa di San Geniale "e Vutu", Patrono del paese.
È dal 1783 che ricorrono i festeggiamenti in onore del Santo, che protesse gli abitanti del paese dal devastante terremoto (uno dei più terribili che colpirono la Calabria) di quell'anno. "E vutu" significa, infatti, "per voto" e da allora iniziò la tradizione del culto del Santo per lo scampato pericolo, in segno di ringraziamento, di protezione, di devozione. Il giorno della Festa, dopo la celebrazione della Santa Messa, la statua del Santo viene portata per le vie del paese in processione.
Quest'anno, però, sono regolamentate a causa delle misure anti-contagio. 

San Geniale, sebbene non incluso nel martirologio cristiano, è un martire del III secolo, che, sotto l'imperatore romano Diocleziano, diede la vita per affermare i valori della sua giovane fede. Le sue reliquie (una cassetta con le ossa e un'ampolla di sangue), conservate nelle catacombe di San Lorenzo a Roma, arrivarono ad Aiello il 16 luglio 1667, grazie al cardinale Calderano Cybo che, nel 1656, le ottenne da Papa Alessandro VII e furono custodite nel monastero degli Osservanti. Il cardinale Cybo era nipote del primo marchese di Aiello e gli Aiellesi avevano chiesto insistentemente al marchese di avere in paese le reliquie di un Martire.
San Geniale viene festeggiato anche la prima domenica di maggio. Si tratta sicuramente dell'appuntamento più atteso dell'anno con festeggiamenti sia religiosi che civili. In questa occasione, dopo la celebrazione della Santa Messa, si svolge la tradizionale processione. Ma vi sono anche altri due momenti importanti della giornata: il lancio di palloni aerostatici in onore del Santo e l'antico "gioco du casu" ("gioco del formaggio"). Un divertimento popolare, che consiste nel compiere un percorso prestabilito, lanciando per le vie del paese alcune forme di formaggio con l'aiuto di una corda. Vince chi compie il percorso con il minor numero di lanci. Naturalmente, non mancano i fuochi d'artificio e le rappresentazioni di piazza. Si svolge, infine, anche una fiera.

*Docente 

 

di Giuseppe Pizzuti*

La Candelora, il 2 febbraio, è una festa molto importante del calendario liturgico. Ma non essendo di precetto non è popolare come altre e molti fedeli ne conoscono più il nome, associato a proverbi di carattere meteorologico, più che i contenuti. Eppure la festa ricorda la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio e la Purificazione di Maria.
La legge giudaica, codificata da Mosè, obbligava tutte le donne dopo il parto ad astenersi per 40 giorni dal toccare cose sacre. Inoltre esse dovevano purificarsi al Tempio con l'offerta di un sacrificio. Non è tutto. Era infine obbligatorio "riscattare" con un piccolo dono (ad esempio due tortore) il primogenito maschio concesso dal Signore. Al Tempio, il Bambino e i genitori trovano il vecchio Simeone, uomo giusto e poi, il quale aspettava da tempo immemorabile quell'incontro per morire in pace, ma prima profetizza alla Madonna che una spada le trafiggerà il cuore (è l'immagine dell'Addolorata). 


Ma questo giorno di festa ci è naturalmente più noto con il suo nome corrente. È il giorno della Candelora che, collocato a metà inverno è considerato fondamentale per sapere che tempo farà nella seconda parte della stagione fredda, secondo diversi proverbi (non sempre d'accordo tra loro), a partire da "Per la santa Candelora/o che nevichi o che plora/dell'inverno siamo fuora;/ se l'e' sole o solicello/siamo ancora a mezzo inverno".
La Candelora, però, è una festa importante fin dall'antichità, celebrata prima nel Cristianesimo d'Oriente e poi anche in Occidente, che in origine si è sovrapposta ad altre tradizioni dell'antica Roma e del mondo celtico.
È una festa con due parole chiave: luce e purezza. Il nome Candelora infatti, allude alle candele "protagoniste" della messa. 


La candela è un oggetto di valore mistico e religioso: la fiamma è segno di eterna speranza, la luce lo è di vita, bellezza e sviluppo. La candela spenta è emblema della parola di Dio concepita nella purezza. Troviamo le candele sull'altare, nelle processioni e poi il grande cero pasquale e le candele (oggi anche elettriche) nelle cappelle, da accendere come una sorta di prolungamento della preghiera.

* Docente 

 

di Nicoletta Toselli

Oggi 30 gennaio 2020 prende il via il Master biennale di specializzazione in Criminologia e Scienze Forensi. Parte la nona edizione di un evento davvero unico per formazione e scelta accurata dei docenti.
Il prof. Sergio Caruso, psicologo, criminologo, Direttore Scientifico del Master, sentito telefonicamente, illustra i punti salienti di quello che sicuramente è un punto di riferimento per i professionisti del settore: «A nome di tutti i colleghi sono lieto che insieme alla Presidente, dottoressa Graziella Mazza, siamo riusciti a creare un polo di formazione per la nostra terra. La nostra soddisfazione più grande? La stima di tanti corsisti provenienti non solo dalla Calabria, ma anche da altre Regioni italiane. Per iscrizioni e informazioni è possibile, pertanto, inoltrare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare al numero di cellulare 389.4817204.
Sito web https://www.formazionepromethes.it/corsi/scienze-forensi//».
Il Master si svolgerà online e sarà un naturale proseguimento della laurea di base. Si formeranno professionisti che potranno operare nel proprio settore con competenze teorico-pratiche di livello superiore e verrà fornito un approfondimento della gestione del Marketing per entrare sul mondo del lavoro. Gli ambiti di sbocco sono davvero vasti: da chi opera nelle scuole, ai minori, nell' investigazione privata, centri antiviolenza e tutti coloro che si occupano di situazioni con disagio psico-sociale.

 

L'Epifania viene celebrata il 6 gennaio. Ricorda i Magi, che vennero da Oriente per salutare Gesù e portargli in dono oro, incenso e mirra. Un incontro che tutti i fedeli ricordano e festeggiano come solennità.
Il senso profondo di questa solennità sta proprio nell'incontro tra il Bambinello e questi uomini: è la manifestazione (questo il significato di "epifania" in greco) del Signore al Mondo, che a sua volta viene a rendergli omaggio (ciò che fanno i Magi, appunto).
Dei Magi abbiamo poche notizie, perché lo stesso "Vangelo" di Matteo (l'unico a parlarne) parla di loro in modo sintetico. 


L'evangelista dice che erano esperti di stelle, arrivavano dall'Oriente e a Gesù portarono i loro doni. Matteo non dice né quanti fossero, né i loro nomi.
Sappiamo che arrivarono a Gerusalemme guidati da una stella ("Dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo"), che Erode, re dei Giudei, tentò di usarli per trovare il Bambino ("Allora Erode li inviò a Betlemme, dicendo: Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo"), che i Magi trovarono il Bambino ("Si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra") e che, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, fecero ritorno al loro Paese per un'altra strada...
Da questo momento i Magi spariscono dal "Vangelo". E' stata la tradizione cristiana a dirci, poi, che erano re, erano tre (forse in base al numero dei doni) e si chiamavano Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. E le loro etnie diverse (uno bianco, uno arabo e uno nero) indicherebbero che la missione salvifica di Gesù è rivolta a tutti i continenti del mondo allora conosciuti.
Oggi l'Epifania, assieme al Natale, alla Pasqua, all'Ascensione e alla Pentecoste, è una delle solennità più importanti dell'anno liturgico ed è quindi istituita come festa di precetto.
Giuseppe Pizzuti, docente 

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