I SANTI PATRONI DELLA VALLE DEL SAVUTO. Marzi, 4 dicembre / Festa di Santa Barbara
A Marzi, il 4 dicembre, si celebra la festa di Santa Barbara, Patrona del paese.
Il giorno della festa, la Santa Messa viene celebrata nella Chiesa Matrice di Santa Barbara (l'edificio sacro più grande del paese), che si trova nel rione di Marzi Sottani e che potrebbe risalire, secondo quanto si ricava da una data incisa all'interno della chiesa, al 1040.
Durante la celebrazione eucaristica vengono distribuiti delle tradizionali "panettelle", fatte con farina, acqua e sale. Un tempo, le "panettelle" venivano lasciate sui davanzali delle finestre, durante i temporali, per proteggere la casa dai fulmini. La sera si accende un grande fuoco davanti al quale ci si riunisce per consumare i "crustui" (ciambelle fritte nell'olio bollente).
Quest'anno, però, i festeggiamenti si svolgeranno nel rispetto delle misure imposte dalle regole per l'emergenza sanitaria Covid-19.
Santa Barbara è tra le sante più venerate al mondo, in particolare in Europa, in Asia, negli Stati Uniti e in Sud America.
Come quasi tutti i martiri dei primissimi secoli dopo Cristo, non esistono notizie certe sulla sua vita e le numerose leggende sul martirio forniscono dati contrastanti.
Secondo le fonti più accreditate, dovrebbe essere nata intorno al 270 nell'attuale Turchia, al tempo provincia dell'Impero romano, nella città di Nicomedia, chiamata oggi Izmit.
Trasferitasi con la famiglia a Scandriglia (provincia di Rieti)), Barbara viene - secondo la leggenda - rinchiusa dal padre Dioscoro, pagano e collaboratore fidato dell'imperatore Massimiano, in una torre, al fine di tenerla al sicuro dai suoi corteggiatori, visto che la ragazza è bella. Per impedirle di usare le terme pubbliche, inoltre, Dioscoro ordina la costruzione di terme private per la figlia. Barbara, osservando che il progetto presenta solamente due finestre, ordina ai costruttori di aggiungerne un'altra, così da completare il simbolo della Trinità.
Allora Dioscoro comprende che la figlia è diventata cristiana, coinvolgendo anche la sua amica Giuliana nella conversione.
Barbara si era avvicinata al Cristianesimo qualche tempo prima, quando sua madre - che a sua volta aveva segretamente abbracciato il credo cristiano - le aveva svelato la sua reale confessione religiosa.
Il padre, scoperta la conversione al Cristianesimo della figlia, la denuncia al prefetto (magistrato) romano, che la condanna alla decapitazione. Il prefetto, inoltre, ordina che la decapitazione avvenga dopo due giorni di torture feroci e venga eseguita direttamente dal padre.
Le torture iniziali prevedono la flagellazione con le verghe, che, secondo la leggenda, si trasformano in piume di pavone. Viene quindi torturata con il fuoco, ma le fiamme, secondo quanto è tramandato, si spengono subito. Infine, si procede all'uccisione, con il taglio prima del seno e poi della testa. E' il 4 dicembre 306 dopo Cristo.
Subito dopo l'esecuzione, un fulmine scende dal cielo e punisce Dioscoro: lo colpisce, lo uccide e ne brucia completamente il corpo, tanto che in pochi secondi scompaiono perfino le ceneri.
Per questo motivo, molto probabilmente, Santa Barbara viene invocata contro la morte violenta e improvvisa ed è patrona, tra i tanti, dei minatori, degli addetti alla preparazione e alla custodia degli esplosivi e dei Vigili del Fuoco, e sempre per questo le polveriere dove vengono conservati gli esplosivi vengono chiamate "santabarbara".
Giuseppe Pizzuti, docente
Marzi (Cosenza), chiesa di Santa Barbara