Persephone, figlia di Demètra (o Cèrere, divinità terrestre delle messi dorate, cioè dell'agricoltura) e moglie di Ades (o Plutone, re del mondo dei morti), trascorreva un periodo dell'anno presso la madre e l'altro nel regno delle ombre.
Prima di diventare signora dell'Oltretomba, dimorava con la madre in Sicilia, dove era stata notata da Ades, che l'aveva voluta sposare. Un giorno Ades, uscendo alla luce del sole, vide Persephone che si godeva la frescura di un bosco appartato, tutto cosparso di viole e di candidi gigli; era accompagnata dalle Ninfe (divinità femminili delle fonti e delle acque), che a gara raccoglievano fiori profumati per farne corone e ghirlande. Persephone, più brava delle altre, aveva già riempito alcuni cestini con fiori e altri ne aveva messi nel lembo della veste. Ades, innamorato di Persephone, la rapì e, trascinatala sul suo cocchio dorato, spronati i veloci cavalli neri come la notte, la portò nel suo palazzo. Piansero le Ninfe e portarono la cattiva notizia a Demètra, che, nella speranza di ritrovare la figlia, dimentica delle sue funzioni e dei suoi compiti, vagò di terra in terra, invocandone il nome. Alla fine si rivolse a Zeus (o Giove, re degli dèi) perché intervenisse preso Ades e lo inducesse a restituirle Persephone.
Nel frattempo la natura, trascurata dalla dea, era diventata triste: i fiori erano appassiti, le piante non avevano più le loro belle foglie verdi, i frutti non maturavano, le messi non imbiondivano. Tutto sembrava preso da un sonno simile alla morte. In un primo tempo Ades non volle saperne di mandare Persephone sulla terra. Ormai essa era diventata la regina depositaria dei segreti del mondo sotterraneo. Ma, alla fine, la volontà di Zeus vinse ogni resistenza: Persephone sarebbe stata per sei mesi nel regno delle ombre e per gli altri sei sulla terra, presso la madre Demètra. Ogni anno, quando Persephone ritorna sulla terra, la natura si riveste del suo abito più bello: sbocciano i fiori profumati, rinverdiscono le piante e i campi e un dolce zefiro soffia leggero trasportando profumi odorosi. E' la gran festa della natura, la sua ripresa, la vita fervente che accompagna il rinnovarsi del ciclo delle stagioni.
Giuseppe Pizzuti, docente