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a cura di Franco Vetere

"Alla stregua del pensiero bruniano, il Filosofo di Stilo abbraccia la ricerca ermetica e magica, che gli causerà, nel primo arco di vita, lungo martirio psico-fisico per fittizi processi inquisitori. Nella sua terra natale lascia trapelare le sue capacità profetiche e i suoi intenti rivoluzionari, pervasi da innovativa politica laica. Ornato di uniche capacità predicatorie, forgia una magnetica personalità che attira tutti gli strati sociali della Terra calabra, nel miraggio di una rivolta generale contro il potere prevaricatore, sia esso statale che religiosi, e che generi un trapasso verso una repubblica più illuminata, nella cui struttura propone di realizzare l'ermetica idea di edificare una comunità sociale, albergante in una fantastica "Città del Sole", che appaghi il suo ossessivo pensiero, mutuato dalla lettura di Testi ermetici, trattanti la composizione delle Città celesti, della Città di Dio e del Sole.

L'ideale ermetico, in cui riversa ogni momento della sua vita, trova più penetrazione popolare di quella bruniana, che ebbe triste epilogo in una pira, allestita non solo per bruciare le sue carni ma anche le sue idee. Pervicace capacità intellettuale e notevole dote nei rapporti umani e politici, manifesta il Filosofo calabro, che coltivando il seme del suo originale ideale riformista, cerca ristoro in Terra di Francia, nel cui sostrato culturale può germogliare la sua utopica Città di chiara matrice egizia, sotto l'egida della dottrina sacerdotale, predicata dalla figura solare del divino Ermete. Idealizza un'universale teocrazia faraonica, illuminata dalla scienza e filosofia ermetiche, in potestà di mitigare le influenze celesti e dirigere il cammino dell'esistenza umana. 

L' utopia campanelliana si concretizza in realtà quando esalta il principio della Verità e della Giustizia, ma anche dell'Uguaglianza e della Fratellanza, concetti raffermati dal Filosofo e intrisi di pensiero egizio ma soprattutto nell'idea di preconizzare un governo illuminato, retto da un Re Sole.

La sua "Città del Sole", come asserisce lo studioso A. Aiello, viene pubblicata in Germania dai seguaci del Movimento rosacrociano, propagatori della teoria alchemica spirituale.

Campanella rimane affascinato dagli scritti dei Rosacroce, nei quali sono racchiuse molte idee del Filosofo, quali la rinascita morale, spirituale e politica dell'essere umano, pervenuto alla giusta sapienza mercé giusta conoscenza.

Una travagliata esistenza lo tormenta a causa della deprecabile intolleranza religiosa del tempo, quando il Tribunale inquisitorio lo perseguita con false accuse di blasfema eresia.

Alto senso libertario imprime nella sua mente spasmodico desiderio di affrancarsi dal giogo straniero, e in questo trova sostegno nella solidale confraternita Rosacroce.

Rivoluzionarie idee lo pervadono, quali il divinizzare la Natura e sacralizzare il Sole, ma di certo il considerare l'essenza divina umana, ingabbiata poi in mortale materia con labili frammenti di luce.

Se è vero che il Filosofo di Stilo non tollera il sistema chiesastico così come opinabilmente è strutturato, tuttavia lo sopporta non abiurando mai ai quei principi di fede che saranno indispensabile viatico nel suo cammino esistenziale.

Il condiviso ideale con i rosacrociati si infrange con i propositi di questi di rinnovare il tutto per creare un nuovo mondo dove non c'è posto per la chiesa di Roma, aspramente contestata dalla riforma protestante, impregnata da un discutibile radicalismo religioso.

 



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