Saggio letterario a cura di Franco Vetere
La dottrina ermetica, sopravvissuta al pensiero gnostico, trova terreno fertile nella Corte medicea che la divulga onde costituire importante appendice della Religione di Cristo. La magia ermetica pervade un giovane seguace del Santo di Guzman, affascinato dalla lettura dei Testi del Trismegisto, divenendo fervente novello Ermete e coltivando l'utopico sogno di far rivivere la dottrina ermetica egizia, quale simbolo ideale di purezza etica, unica a redimere l'istituzione chiesastica, ormai preda di inarrestabile decadenza.
L'eclettismo del suo carattere e la ricerca di libertari spazi vitali lo spingono verso un'esperienza raminga in tutte le Corti europee, dove la sue fervidi doti sensoriali di matrice agostiniana (Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu ) sono lodate come sigilli magici, arricchiti dalla scienza. L' Arte della Mnemonica completa il suo scibile ermetico, pregno di magia, mutuato dalle misteriose pratiche degli antichi Egizi, affinando in Lui la convinzione, scaturita da profondo ricordo, che i Corpi celesti del Firmamento assumono i connotati di una Magia astrale, frutto dell'immensa potenzialità della sua mente. Alla luce di queste intuizioni, viene rapito dalla Teoria copernicana e con sincera e ferma enfasi conferma la centralità solare sul geocentrismo, contestando senza timore la teoria chiesastica. Travalica tale concezione, lanciando l'ardita idea che nell'infinita spazialità dell'Universo possano esistere più mondi irradiati dal Sole, in cui può trovar posto altra umanità.
La filosofia del pensiero bruniano si concentra sull'Eliocentrismo, quale inconfutabile tesi di armonia fra le masse planetarie, rette dall'Autorità divina e dalla magia astrale, formanti idealmente una perfetta Società, permeata da influssi soprannaturali ed ermetici.
La statua dedicata al filosofo in Camo de' Fiori a Roma
Nel "De umbris idearum " associa anche la pratica della "mnemonica" o Ars memoriae" , afferente a regole e metodi per un oggettivo ricordo di tutto. Uno stridente contrasto fra le sue originali idee si genera con i seguaci aristotelici, come si afferma nella "Cena delle ceneri" dove Egli critica la dicotomia che Aristotele asserisce esservi separazione fra Terra e Cielo, e che la Luna è in realtà un'altra Terra, facendo sua la teoria d Copernico. Nel "De infinito" ribadisce l'esistenza di più mondi pulsanti di vita, e ogni pianeta è in sé un'entità vivente conformato da un'anima. Le sue blasfeme idee anti dogmatche infrangono il suo rapporto con l'ortodossia chiesastica,facendo ritorcere contro di lui un'ira inquisitoria che avrà tragico epilogo. Ne lo "Spaccio della bestia trionfante" sublima l'antica sapienzialita' egizia, creatrice dell'unica religione nazionale, lanciando terribile invettiva contro la corruzione del mondo, la cui decadenza morale è causata da contrasti sociali e politici. Giordano Bruno, esasperato dall'impossibilità di far confluire le sue idee nel sostrato umano, lancia un ultimo anatema "erga omnes" :" Tempo verrà in cui la morte sarà giudicata più utile che la vita, e sarà definita pena capitale a colui che s'applicherà alla religione della mente".
La fatidica alba del 17 febbraio 1600 si compie l'atroce destino del filosofo di Nola, avvolto da sacrileghe fiamme che orribilmente dilaniano il suo corpo, ma che non scalfiscono le sue idee, patrimonio del libero pensiero.