di Giuseppe Pizzuti
È molto difficile fare una scelta di poesie dedicate alla mamma (molto più tenero e intimo che "madre"), poiché, sin dall'antichità, pochi sono i poeti che alla figura materna non si sono ispirati.
Già Omero (VIII secolo a.C.), il massimo poeta epico greco, nell'"Iliade", parla del mito di Teti, la madre di Achille, il più forte guerriero dei Greci durante la guerra di Troia. La dea madre si preoccupa di difendere il figlio e, per renderlo invincibile, alla nascita lo immerge nelle acque prodigiose del fiume Stige, tenendolo per il tallone, unico punto vulnerabile del suo corpo, in cui sarà colpito dalla freccia di Paride (uno dei figli di Priamo, re di Troia) e morirà. Ogni madre vorrebbe difendere il figlio dai colpi avversi del destino e vorrebbe per lui felicità, ricchezza e serenità. Omero avrà avvertito il pianto segreto della dea marina, non più dea, ma soltanto madre dolente. Pianto uguale per tutte le mamme.
In tutte le liriche dedicate alla mamma, irrompe la parte di noi più spontanea, anche se poi la sottomettiamo alle ragioni dell'arte poetica. Si affaccia - la mamma - come radice di ciò che siamo, la sua perdita ci fa sentire come spighe rinsecchite, perché è la terra che nutre che viene a mancare. E allora - sebbene adulti - diventiamo davvero adulti e avvertiamo il tempo che scorre e consuma tutto.
Nelle poesie ispirate alla madre troviamo nostalgia, rimpianto, malinconia, dolore, un vuoto del cuore che attende di essere riempito, ma non lo potrà mai essere più. Difficilmente si trova gioia e, se affiora, sarà sempre mescolata al rimpianto.
Ecco un elenco delle liriche ispirate alla mamma, elenco che ha naturalmente dei limiti per la vasta produzione sul tema e che può essere facilmente reperito sul web: Alfonso Gatto, "Elegia del lago" - Diego Valeri, "Sogno" - Giovanni Cena, "Pace d'ottobre" - Giuseppe Giusti, "Tacita siede" - Carlo Alberto Sallustri (Trilussa), "Matina abbonora" - Stephane Mallarmé, "La preghiera di una madre" - Giuseppe Ungaretti, "La madre" - Edmondo De Amicis, "Se fossi pittore" - Giovanni Pascoli, "Mia madre" - Giorgio Caproni, "Preghiera" - Giovanni Prati, "Or passeggi solinga" - Pier Paolo Pasolini, "Supplica" - Salvatore Quasimodo, "Lettera alla madre" - Umberto Saba, "A mamma", Bernardo Bertolucci, "Su una fotografia" - Carlo Betocchi, "Te beata".
Infine, la pagina più alta scritta sulla Madre è certamente la dantesca preghiera di San Bernardo alla Vergine ("Paradiso", vv. 1-39), che è Vergine e, nel contempo, Madre; è Madre, nello stesso tempo, figlia del suo stesso Figlio.