Aprigliano, il 16 agosto, festeggia San Rocco, Patrono del paese.
La statua del Patrono, dopo la Santa Messa, viene portata in processione per le strade del paese. Alla sera, ai festeggiamenti religiosi si sostituiscono quelli civiili. In piazza, musica dal vivo, giochi popolari (tiro alla fune, corsa con i sacchi ecc.), seguiti dai fuochi pirotecnici. Quest'anno, però, i festeggiamenti avranno delle limitazioni a causa dell'emergenza sanitaria anti-coronavirus.
San Rocco è uno dei santi più invocati dal Medioevo in poi, come patrono dei malati infettivi, degli invalidi e dei prigionieri. E' popolarissimo, dunque, ma le notizie sulla sua vita sono frammentarie.
Nasce a Montpellier (Francia) fra il 1345 e il 1350 da una delle famiglie più in vista della città. E' accolto come un dono di Dio dai genitori: hanno pregato molto per ricevere la grazia di un figlio che sembrava non volere arrivare. La tradizione vuole che Rocco sia nato con una croce impressa sul petto.
Ventenne, rimasto privo del padre e della madre, distribuisce i suoi beni ai poveri e i suoi privilegi nobiliari a uno zio, e diventa pellegrino di Dio.
Coperto da un mantello, con una bisaccia per le elemosine e un bastone, come tutti i pellegrini che in quel tempo attraversano l'Europa, Rocco decide di partire per Roma per andare a pregare sulla tomba di Pietro e Paolo.
Nel luglio del 1367 è ad Acquapendente, in provincia di Viterbo: qui si ferma e si dedica anima e corpo all'assistenza di malati di peste, abbandonati a morte sicura.
Rocco non solo aiuta gli appestati, ma li guarisce tracciando su di loro il segno della Croce e invocando la Trinità di Dio. Dopo circa tre mesi, riprende la strada per Roma, dove arriva tra il 1367 e il 1368.
E' proprio a Roma che egli compie il suo miracolo più famoso: sempre grazie al segno della Croce tracciato sulla fronte, guarisce un cardinale malato di peste. Grato, il prelato presenta Rocco a papa Urbano V e l'incontro rappresenta il momento culminante del soggiorno romano del giovane pellegrino.
Tra il 1370 e il 1371, decide di ripartire per andare a prestare soccorso ai malati di peste in altre città. Questa volte si dirige in Emilia-Romagna: si ferma a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna e, più a lungo, a Piacenza, città particolarmente colpita dall'epidemia.
In questa città Rocco si scopre ammalato di peste, dopo una notte in cui ha ricevuto la visita di un angelo. Le sue condizioni sono gravi: ha la febbre alta e soffre terribilmente. Tutti si aspettano che muoia da un momento all'altro. La morte, però, non arriva e il giovane lascia l'ospedale di Piacenza e si incammina verso la campagna. Si ferma, infine, in una capanna lungo il fiume Trebbia e morirebbe certamente di fame se il Signore non decidesse di aiutarlo in un modo assai singolare. Lo trova, infatti, un cane che, da quel momento, gli porterà ogni giorno un pezzo di pane sottratto dalla tavola del padrone, il nobile Gottardo Pallastrelli. Quest'ultimo, incuriosito dallo strano comportamento del suo cane, un giorno decide di seguirlo e arriva alla capanna di Rocco. Gottardo, commosso alla vista di quel giovane mendicante ammalato e affascinato dalle sue parole, cede anch'egli ai poveri i suoi beni e inizia a prestare soccorso ai malati. Una volta guarito, Rocco riprende il cammino: vuole tornare nella sua Montpellier. Egli è provato dalla malattia, sfinito dalla fatica, vestito solo di stracci. Ed è proprio per questo suo aspetto che, arrivato nei pressi di Voghera, in provincia di Pavia, viene arrestato. Sospettano che sia una spia, implicata nelle complicate vicende politiche dell'epoca. In prigione rimane cinque anni. E il 16 agosto 1377, a soli 32 anni, muore.
Non sappiamo con precisione quando sia stato proclamato santo; secondo l'ipotesi più accreditata, la sua canonizzazione potrebbe essere avvenuta nel 1414, durante il Concilio di Costanza. La Chiesa ricorda San Rocco il 16 agosto.
Giuseppe Pizzuti, docente
Foto da: Pagina facebook "Comitato festa San Rocco protettore di Aprigliano